18 dicembre 2010

L'autrice de "I giardini di Bianca" risponde...

D. Amalia come nasce la tua passione per la scrittura?

R. La mia passione per la scrittura nasce durante il periodo liceale come un profondo bisogno interiore. Attraverso la scrittura mi mettevo a nudo, estrinsecando senza inibizioni tutte le mie emozioni e i miei desideri più nascosti, un modo per comunicare con me stessa ma anche per scoprirmi più intimamente. Era molto più che confidarmi con un’amica. E rileggendo quello che scrivevo trovavo naturalmente una risposta a quello che cercavo.

D. Sei una scrittrice emergente e hai esordito con “I giardini di Bianca”, hai avuto difficoltà a trovare un editore che pubblicasse la tua opera?

R. Non ho avuto difficoltà a trovare un editore che pubblicasse la mia opera. Dopo pochi mesi di attesa ho avuto subito una risposta positiva. Credo comunque che, al di là della validità di un testo, bisogna essere anche molto fortunati perché si può proporre un buon prodotto ma, poi, è indispensabile avere dei giusti interlocutori che sappiano apprezzarlo.

D. Perché leggere “I Giardini di Bianca”?

R. Perché Bianca riesce a concretizzare un desiderio che, per tanti, rappresenta solo un’utopia. Attraverso una vita segnata da tragedie enormi arriva, infatti, a percepire la vera essenza dell’amore. Il suo traguardo, però, è speciale perché lei è una persona speciale. Bianca è una donna vera che sa mettersi a nudo, senza veli, senza tattiche, senza pregiudizi, che sa rischiare sulla sua pelle, andando avanti instancabilmente in un percorso quasi impossibile. Si fa piegare dal dolore ma senza mai soccombere totalmente e asciugandosi ogni volta le ferite ricerca l’amore in tutti i luoghi, in tutti i modi e in tutte le forme. Questa sua esigenza vitale è la sua assoluta priorità. Catapultata involontariamente ma anche volontariamente in tanti tipi di realtà diverse fra loro riesce, alla fine, a trovare un suo equilibrio diventando un’icona indiscussa di forza. E’ una donna che non conosce false mediazioni, realtà purtroppo consolidate nel nostro quotidiano. Penso che leggere questo libro possa effettivamente far comprendere che è sempre possibile andare avanti anche in situazioni che sembrano inaccettabili e insuperabili.

D. A chi ti sei ispirata per scrivere questo libro?

R. Ad una donna straordinaria che ho realmente conosciuto e che ha vissuto effettivamente tutto quello che racconto. Nel periodo in cui l’ho conosciuta era purtroppo già dilaniata dalla malattia, eppure non ricordo nessun nostro colloquio dominato dalla tristezza, dall’angoscia o dalla paura. La sua vita incredibile è stata per me un grande esempio di forza. Molto di quello che sono oggi lo devo a lei.

D. Scriverai altri libri?

R. Sicuramente. Ho già delineato la storia del prossimo. E’ completamente diverso dal primo e mi auguro altrettanto avvincente.



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